Andrea
Bianchi

Nato a Milano, laureato in Legge presso l’Università di
Milano, è socio della Società Storica per la Guerra Bianca
e partecipa quale coredattore alla rivista "Aquile in guerra".
È un appassionato collezionista di reperti della Grande Guerra
e conoscitore, in particolar modo, del fronte che correva dal Trentino
al Veneto.
Per "Alpin del Domm" ha scritto diversi articoli di storia
degli Alpini, con particolare attenzione agli equipaggiamenti ed all’attività
di alcuni reparti.
Ha collaborato con il Centro Studi della Associazione Nazionale Alpini.
Dal 2008 è collaboratore effettivo della redazione di "Alpin
del Domm".
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Presentazione
“E’
adottato per la truppa dei reggimenti alpini un cappello di feltro grigioverde
che completa la nuova uniforme da campagna
stabilita per dette truppe. Detto cappello consta: di un feltro, di
una fodera, di una fascia di alluda, di 4 occhielli, di una soprafascia,
di un cordoncino, di un porta nappina e degli accessori i quali sono
per gli alpini: la nappina, la penna
ed il fregio e per l’artiglieria da montagna: la coccarda, la
penna ed il fregio. (…)”
Così
inizia l’Atto n.196 del 20 maggio 1910, pubblicato sul Giornale
Militare a firma del Ministro Spingardi, che sancisce il cappello in
feltro, ma solo per i sottufficiali, i graduati e la truppa dei reggimenti
alpini e dell’artiglieria da montagna. |