Estate 2016
UNA RARA COLLEZIONE ...
… DI IDIOZIE


Approfondimento di Paul Wilke
 

Cari soci,
subito dopo la ben riuscita Adunata di Asti mi manda una mail un socio del Gruppo trasmettendomi un articolo del giornale Alessandria Oggi, in cui si parla dell’ANA.
Poiché l’articolo è critico su molte questioni, il socio mi chiede se tutto ciò è vero e che posizione prende l’Associazione.
Ho pertanto inoltrato il pezzo a Cesare Lavizzari, anche perché tirato in ballo, ed egli mi ha restituito lo scritto con le sue chiose.
È un articolo costruito su domanda (in corsivo) e risposta. Le glosse di Lavizzari sono identificate con C:.
Paul Wilcke


“nota introduttiva” di Lavizzari
C: Una rara collezione di idiozie. Chi ha scritto l'articolo non sa nulla degli Alpini e dell'ANA e si è fidato dei pettegolezzi "friulani" frutto di frustrazioni personali e di scarsissima conoscenza della realtà associativa (con ogni probabilità il suggeritore friulano è stato espulso dall'ANA qualche anno addietro).

Ed ecco l’articolo.
Alessandria Oggi
cronaca e notizie dall'alessandrino


Alessandria (Andrea Guenna) – Con gli Alpini hanno sfilato tutti, politici, sindaci uomini e donne, parvenu, portaborse, e tutti quelli che con gli Alpini non c’entrano un fico secco (nella foto la sindaca di Alessandria Rita Rossa, il suo vice Enrico Mazzoni che forse non ha fatto neppure il militare come non l’ha fatto Rocchino Muliere sindaco di Novi, tutti del Pd).
Tornando alla manifestazione degli Alpini dei giorni scorsi ad Asti, e volendo approfondire gli aspetti inerenti le tensioni interne all’Associazione Nazionale Alpini (ANA), abbiamo sentito un nostro caro amico, lettore di Udine (sì, Alessandria Oggi è letto fin là), che ha molte cose da dire in merito.

C: Da anni i sindaci dei comuni dove ha sede un nostro gruppo possono sfilare all'Adunata Nazionale con fascia Tricolore. Disposizione che vale solo per i sindaci e non per i politici in genere.

Mi sai dire perché la sfilata degli Alpini la fanno ad Asti e non a Udine, in occasione del Centenario della Grande Guerra e del 40° del terremoto del Friuli?

Questa è decisione del nazionale di Milano che perlomeno dal 2011 non è in buoni rapporti con le sezioni friulane in merito a talune vicende poco chiare che coinvolgono la dirigenza milanese dall’epoca del duo Perona – Lavizzari ed anche in tempi più recenti.

C: Udine non era affatto candidata per l'Adunata del 2016 e la Sede Nazionale può scegliere la sede solo tra quelle candidate dai raggruppamenti. Evidentemente questo signore non conosce proprio il funzionamento dell'ANA e nemmeno sa che Udine non è stata candidata dal 3° Raggruppamento per il 2016. Milano, dunque, non centra proprio nulla
.

È vero che all’interno dell’ANA è in atto una guerra intestina fatta di epurazioni soprattutto a danno di friulani?
Verissimo, ma a Milano vige la regola di tenere tutto sottaciuto per evitare pessime pubblicità che potrebbero portare le sezioni a richiedere i bilanci dell’ANA dove si scoprirebbero delle gestioni economiche, diciamo, piuttosto allegre. Mi dicono comunque che un giornalista iscritto all’ANA e radiato senza apparenti motivi e senza nessun regolare “processo interno” abbia trascinato la dirigenza milanese davanti al giudice, e pare che per i responsabili degli uffici milanesi saranno dolori.

C: Ma quale guerra intestina. Un socio friulano è stato espulso a seguito di procedimento disciplinare lungo e corretto in primo grado e in grado d'appello. Nonostante avesse minacciato di rivolgersi all'Autorità Giudiziaria ordinaria per l'annullamento della decisione non ha fatto nulla.
Quanto al giornalista (già socio di Reggio Emilia) posso dirti che è stato radiato e che non ha nemmeno impugnato la decisione in grado di appello. Vero, invece, che ha fatto causa all'ANA ma vero anche che il Tribunale di Reggio Emilia si è dichiarato incompetente. La causa non è mai stata riassunta. Dunque tutte balle!


È vero che agli alpini di Milano voi alpini del Friuli state sulle scatole? Se sì, perché?
Perché fin dai tempi della campagna di Albania siamo considerati politicamente infidi. A parte gli scherzi, l’ANA come ben si sa nasce a Udine nel 1919 (C: novità assoluta!?!?!?) ed ha funzionato fintanto che ci furono i reduci a gestirla; poi invece si è uniformata al malcostume italico visto che l’ANA fattura circa 6 milioni di euro all’anno di quote sociali e riceve mediamente 2 milioni di euro per organizzare l’adunata nazionale, una montagna di soldi, gestita da pochi, in modo poco trasparente in quanto i bilanci sono pressoché segreti ed inconsultabili. Qualcuno qui in zona si è chiesto il perché di tutto ciò a seguito anche della pagliacciata della “mininaja” (voluta dal generale Primiceri che poi s’è guadagnato la quarta stella sul cappello), operazione che ha coinvolto alcune migliaia di giovani facendo rivivere loro, per due settimane, il servizio di leva, neppure poi così somigliante a quello precedente alla riforma che era obbligatorio. Pare che l’operazione sia costata parecchi milioni di euro (si dice 20) e che parte di questi soldi siano stati stornati per risistemare delle strutture militari che poi, comunque, sono state nuovamente abbandonate.

C: A parte la boutade sulla nascita dell'ANA a Udine (che la dice lunga sulle cognizioni del soggetto) ti segnalo che i suggeritori friulani sono “duri e puri” che non sopportano la figura degli “amici degli alpini” categoria istituita nel 1975 da un CDN composto per il 90% da reduci …
I dati di bilancio sono pura fantasia. Le quote sociali ammontano a poco più di 3 milioni (320.000 soci circa per €. 10,50) e i contributi /sponsorizzazioni per l'Adunata ammontano a circa 1 milione (quando la ricaduta economica sul territorio è stata valutata dall'Università Cattolica in circa 60 milioni).
L'ANA è associazione legalmente riconosciuta. E' soggetta al controllo del Ministero dell'Interno per il tramite della Prefettura. I bilanci vengono depositati annualmente.
Vengono inoltre inviati a tutte le Sezioni quasi due mesi prima dell'Assemblea perché siano distribuiti ai delegati che nel corso dell'Assemblea dovranno votarne l'approvazione o meno.
In Assemblea ogni partecipante può prendersi copia del bilancio.
La mininaja non è costata un solo euro all'ANA e ci sarebbe mancato altro. Non fu affatto decisa da Primicerj (che non ha mai avuto la quarta stella!!!).
Vero che per i tre anni di mininaja sono stati stanziati dal Governo 20 milioni di euro. Vero che sono stati utilizzati per ammodernare strutture militari. Si trattava di strutture ancora in esercizio e tutt'ora utilizzate dalle Forze Armate.


Insomma, di alpini veri ce n’è sempre meno.
Il tutto si lega alla vicenda dell’esercito professionale che di fatto ha tolto all’ANA la possibilità di un rinnovo generazionale e quindi alla stessa di mantenere l’enorme quantità di iscritti (con conseguente giro di soldi) del passato. Da qui la proposta dell’ANA di tesserare anche coloro che non hanno fatto il servizio militare o l’alpino inventandosi gli “amici degli alpini”, cui sarà concesso di calzare il cappello alpino nonostante che lo statuto espressamente lo vieti (come pure l’accesso alle cariche sezionali), per gli stessi motivi non potrebbero portarlo neppure coloro che hanno partecipato alla mininaja, vero fallimento anche per l’esercito stesso in quanto l’avervi partecipato non da titolo preferenziale nelle domande per la selezione da volontario nell’esercito per cui la mininaja di per se è stato un esperimento inutile e costoso.

C: Ripeto gli amici degli alpini sono stati "inventati" dal Presidente Bertagnolli nel 1975 (circa trent’anni prima della sospensione della leva obbligatoria e quando ancora vi erano cinque brigate complete oltre alla SMALP - sic!).
Lo Statuto non è stato modificato e le recenti modifiche al regolamento comunque non consentono agli Amici l'uso del cappello alpino né tantomeno l'accesso alle cariche sociali.


C’è qualcosa che non mi convince.
La vicenda dell’ANA non convince neppure moltissimi ex alpini veri come me (C: già uno che si presenta come vero e si definisce ex alpino si qualifica da sé), fedeli all’ideale del Corpo degli Alpini costituito nel 1872, qualche anno dopo l’annessione del Veneto e del Friuli al Regno d’Italia in seguito alla III guerra d’indipendenza (gli artiglieri da montagna furono organizzati su un reggimento solo nel 1887), col preciso scopo di difendere i confini della Patria. Nonostante sia un corpo recente, si è coperto di gloria con le decine di migliaia di morti e con l’eredità materiale ed etica dei reduci e dei veterani. Qualora venissero meno i presupposti per la sua esistenza, la scomparsa è cosa da accettare visto che in passato sono stati sciolti corpi con una ben più lunga tradizione militare, come quello di Cavalleria di cui proprio tu, Andrea, hai fatto parte nel 1977 come ufficiale di complemento. D'altra parte tu sei un piemontese e l'arma dei piemontesi Savoiardi è soprattutto la Cavalleria. Il Nizza Cavalleria, il più nobile reggimento di Cavalleria d’Italia e tra i più nobili d’Europa, non c’è più, e anche gli Alpini saranno un giorno destinati a scomparire. Ma se ciò deve avvenire meglio che avvenga con dignità. La stessa dignità che ha sempre caratterizzato i valori del Corpo, evitando perciò le cadute di stile degli ultimi anni.

C: Ti segnalo che il Nizza Cavalleria è in ottima salute. È inquadrato nella Brigata Alpina Taurinense come reggimento esplorante. Proprio il giorno in cui è uscito l'articolo lo Stendardo del Nizza Cavalleria è sfilato a Torino nel corso della cerimonia per il rientro della Brigata Taurinense dal Libano, teatro nel quale è stata sei mesi ed al quale ha partecipato anche quel Nizza Cavalleria che si pretende disciolto.
Insomma una somma di fesserie ...

Ci rivolgiamo alla Sede Nazionale affinché - qualora non abbia già provveduto - intervenga nelle apposite sedi per la tutela del nome degli Alpini e della Associazione, anche richiedendo le necessarie rettifiche.