24 febbraio 2022

RELAZIONE MORALE
Paul Wilcke

Cari Soci
Cari Aggregati ed Aggregate,
Amici ed Amiche

Vorrei rivolgere un saluto particolare a tutti coloro che hanno deciso di intervenire in questa riunione che è il momento dell’anno Sociale o associativo in cui riflettiamo sull’anno trascorso
per ringraziare coloro che hanno fatto il bene dell’Associazione, della Sezione, del nostro piccolo Gruppo,
per osservare il momento in cui viviamo,
per aprire lo sguardo verso il futuro.

Non posso però iniziare il mio intervento senza ricordare coloro che in quest’anno sono andati avanti – e invito tutti ad alzarsi per un momento di commemorazione.

Ritengo importante richiamare qui il fine della Associazione Nazionale Alpini, articolo 2 dello Statuto, come spunto per valutare l’attività del Gruppo.

SCOPI
Art. 2 - Associazione apartitica, l’Associazione Nazionale Alpini si propone di:
a) tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
b) rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del
comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza;
c) favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi;
d) promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni;
e) promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale.
Per il conseguimento degli scopi associativi l'Associazione Nazionale Alpini, che non ha scopo di lucro, si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri Soci.

Vorrei in modo particolare vedere insieme i punti b) ed e), ovvero “il comune dovere verso la patria” e “concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile”.

Non è mio interesse entrare nello spinoso campo della libertà del singolo di vaccinarsi, dell’obbligo di legge ecc. Per me ognuno è libero di assumere per sé le decisioni che ritiene migliori – sostenendone razionalmente le conseguenze e finché non limita la libertà, la salute, la sicurezza altrui, singolo o società.
Così può essere un rischio calcolato il vaccinarsi, ed altrettanto il non vaccinarsi. Lo Stato ovviamente non ragiona come un singolo e dispone per l’interezza della popolazione, con una prospettiva di numeri completamente diversa, e di costi economici e sociali.
Sia per permettere ai cittadini che lo volevano la possibilità di essere vaccinati, prima, sia per l’attuazione delle disposizioni dello Stato sul medesimo argomento, poi, gli Alpini della Sezione di Milano sono stati chiamati ad assistere, ed a prestare il loro servizio, per lo più volontari “tout court”, non solo alle Scintille, ma in molteplici altri centri vaccinali, sia in Milano sia nelle città e nei Comuni limitrofi, Vimercate, Abbiategrasso, Vigevano eccetera. Altrettanto i Soci e gli Amici ed Amiche iscritti alla Protezione Civile Sezionale sono stati comandati di servizio, attraverso il Centro di Coordinamento del Volontariato della Città Metropolitana.

Nel nostro Gruppo almeno 30 – 35 persone hanno deciso di rendersi disponibili. È con orgoglio che riconosco che così tanti Soci del nostro Gruppo si sono dati volontari, ma con orgoglio ancora maggiore che rilevo che una parte importante della organizzazione e del coordinamento sono venuti da noi, con un particolare impegno dei nostri Soci che compongono il Coro della Sezione di Milano. Solo questi coordinatori hanno prestato ciascuno centinaia di ore. A loro si aggiungono uomini e donne che a loro volta hanno fatto 10 o 20 o 30 turni – considerando che un turno è di sette ore almeno, che nessuno ti rimborsa il viaggio, il pasto, e – a meno di non avere un precetto della PC – neanche le ore lavorative perse. Moltissimi altri hanno fatto meno turni, sacrificando però il loro fine settimana e le loro famiglie.

Voglio poi ringraziare in modo speciale i coordinatori per avere coscienziosamente informato il Capogruppo della loro attività, nel rispetto del ruolo di ognuno.

A tutti i volontari grazie per il loro tempo. A tutti loro grazie per l’esempio di civiltà, di responsabilità, di amore per la comunità sociale. Solo per il Centro Vaccinale della Fiera “Scintille” sono passati ormai circa 1.600.000 cittadini. Ognuno di questi è stato accolto da un Alpino o da un Aggregato, è stato guidato da un Alpino o da un Aggregato, è stato accompagnato da un Alpino o un Aggregato. Con serietà ed un sorriso nonostante la stanchezza, con la capacità di scorgere situazioni di difficoltà per risolverle, con una parola di conforto e di coraggio per chi ne aveva bisogno, con una battuta che rendesse più gradevole passare il tempo.

Il volontariato presso i centri vaccinali è stata una gigantesca vetrina di quello che può fare un corpo ben organizzato, addestrato al lavoro comune, capace di prendere ordini ed anche rapide decisioni, sia ai vertici, sia autonome ai fini del superamento di difficoltà improvvise. E questo vale, con le parole dello Statuto, quale “rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale”. Chi ci governa avrà visto e, soprattutto, capito?

È stato colto che la natura del nostro operare è ritmata sulla duplice responsabilità che sentiamo nei confronti dello Stato e della nostra Associazione? La prima esige un assoluto rispetto delle norme dello Stato, e la loro intelligente applicazione, consapevoli che dal loro rispetto deriva anche la nostra reputazione. La reputazione è un bene inestimabile e i Soci e gli Amici non ne hanno consumato un grammo, anzi l’hanno accresciuta. La seconda, la responsabilità verso la nostra Associazione è altrettanto un difficile impegno da rispettare: ma di questo dirò più avanti.

Il volontariato presso i centri vaccinali è stata una gigantesca vetrina per richiamare l’attenzione dei cittadini su una associazione d’arma ancora capace di fornire un servizio alla comunità. Ma fino a quando? Questo “fino a quando”, chi ci governa lo avrà visto e, soprattutto, capito? O forse lo teme?

Il volontariato ha rinsaldato tra noi “i vincoli di fratellanza” richiamati dallo Statuto. Vincoli nati nel corso del servizio militare e che ora hanno ricevuto un booster con il comune operare. È con soddisfazione particolare che posso riferire dei grandi frutti che il nostro Gruppo ha tratto da questi mesi di lavoro. Abbiamo numerosi nuovi iscritti, di cui molti subito segnalati sia al responsabile della PC sia al responsabile del servizio d’ordine, affinché diventassero Soci e Aggregati attivi e propositivi! E del fatto che siano davvero attivi e propositivi mi è stato confermato non più di 10 giorni fa dal Responsabile della Protezione Civile Sezionale.

Ciò è stata una boccata di ossigeno in questo anno in cui fino a settembre inoltrato la nostra bella Sede è stata chiusa e senza un gestore. Con l’escamotage dei social abbiamo però ripreso a poco a poco a mandarci dei segnali per uscire anche la sera dalle nostre tane: ringrazio i Soci e gli Amici fedelissimi che da settembre, prima in tre, poi in cinque, poi in sette, poi in dieci, eccetera, hanno ripreso a frequentare questi locali. Li ringrazio del rispetto che hanno per le noiose norme di accesso che però sono funzionali alla nostra salute, li ringrazio della loro voglia di rapporti umani che non si possono proprio limitare ad una videochiamata o a una telefonata (e però quanto sono state importanti le telefonate fatte in questi due anni da alcuni Soci).

Riprendo ora l’accenno sopra fatto circa la responsabilità verso la nostra Associazione. Ripesco qui un altro passaggio dell’articolo 2: Per il conseguimento degli scopi associativi l'Associazione Nazionale Alpini, che non ha scopo di lucro, si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri Soci.
I nostri Soci ed Amici, per il piacere di stare insieme, di accrescere il benessere della comunità, con generosità regalano il loro tempo, i loro mezzi, facendo spesso anche sacrifici (e facendoli fare ai loro cari). Così anche nelle piccole cose, nella raccolta del Banco Alimentare, nella raccolta dei tappi di bottiglia a fini di beneficenza (e non per nascondere le prove della loro abilità di sommelier – quelli sono tappi diversi). I tanti rivoli di positività, chiamiamola così, vengono annualmente raccolti dalla Sezione e poi dalla Sede Nazionale nel cosiddetto Libro Verde. Dispiace quindi assai sentire ventilare il dubbio che non solo c’è chi ambisce a ricoprire cariche associative importanti, ma anche che c’è chi usa delle risorse della Associazione a propri fini o in modo poco limpido.

Cari Soci, cari Amici, nel nostro Gruppo più che in molti altri sono state iscritte persone validissime e di cui andiamo fieri, e che hanno prestato servizio a livello Nazionale e Sezionale, presidenti, consiglieri, tesorieri. E proprio perché hanno inteso il loro operare come un servizio sono figure di riferimento per molti di noi. Auspico che ciò sia di stimolo per molti altri Soci a candidarsi in futuro con il giusto spirito, onestamente e fedelmente, agli incarichi associativi.

Osserviamo ora il momento in cui viviamo. È con preoccupazione ed anzi un senso di oppressione ed angoscia che, quando finalmente sembravamo usciti dalle angustie della pandemia, ci si spalancano scenari di guerra, così lontana ma così vicina. Scenari di difficoltà, impoverimento, disagio per le persone più indifese, non solo quelle che stanno a centinaia di kilometri da noi ma prossimamente anche noi stessi.

Questo ci porti da un lato a stringerci ancora di più tra noi, ed auspico che ognuno vorrà e potrà farsi carico – dovesse servire, dovesse essere chiesto – delle necessita dell’altro Socio o Aggregato, come dice lo Statuto: curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza.

Dall’altro lato ci porti a pretendere che la nostra società civile risponda con prontezza e organizzazione alle difficoltà che potranno insorgere. Non dico che ci vuole un Figliuolo per ogni cosa, anzi potrebbe fin essere negativo, ma dico che non si dovrebbe arrivare al punto di avere bisogno di un Figliuolo. Nel nostro piccolo chiamo a raccolta il Consiglio del Gruppo, con il quale già nel corso dell’ultima seduta di Consiglio abbiamo affrontato il tema di come i Soci possano “esserci”, gli uni per gli altri. Sollecito che ognuno di noi Soci ed Aggregati sia vigile, e che anche non tema di chiedere nel momento del bisogno.

(Non mi si contesti di avere mancato di rispetto al Generale di Corpo d’Armata con incarichi speciali – ho usato il suo nome come superlativo!)

Sfrutto questo passaggio per ringraziare gli otto Consiglieri ed il Segretario che mi accompagnano nell’incarico, sia con la presenza nelle manifestazioni e nelle riunioni associative, sia con la loro saggezza ed esperienza.

Rimanendo sempre nell’ambito del momento attuale: parliamo di comunicazione. I Soci e gli Amici ricevono comunicazioni istituzionali soprattutto tramite la mail del Gruppo. Tra i Soci solo 10 non usano la mail o non ce l’hanno comunicata, o noi non la abbiamo correttamente recepita. Tra gli Aggregati un’altra decina. Ricevono informazioni che provengono dalla Sede Nazionale, il foglio sezionale Lettere dal Fronte, inviti e informazioni sparse per lo più di servizio. Altre informazioni si possono trarre direttamente dai siti dell’ANA, sia della Sede Nazionale, sia della Sezione, tra cui L’Alpino e Veci e Bocia in formato elettronico. Molti contenuti viaggiano oggi su Facebook, Instagram, YouTube (tra cui il settimanale dell’ANA). Ma come diversi Soci hanno fatto notare, ci manca quel nostro Alpin del Domm che era sì informativo, ma anche di approfondimento, e pure scanzonato ed irriverente. Invito tutti, a partire da me stesso, a trovare il tempo e la voglia per un suo rilancio. Pensando non solo a cosa scrivere, ma anche al mezzo, al supporto con cui trasmettere. Chi vuole, chi ha piacere, si faccia avanti!

Uno sguardo al futuro.
In questi ultimi anni, sia l’attuale Presidente Sezionale, sia il precedente, ci chiamano a riflettere sul futuro associativo, e sulla reintroduzione della leva. Quando nel 2020 al Centro Bonola si è tenuta una conferenza per ragionare sull’argomento, erano presenti 16-17 Soci del nostro Gruppo. Mi ricordo di averli contati, tra i partecipanti e tra coloro che prestavano servizio. L’argomento è perciò da noi ben sentito, se il 10% dei soci hanno ritenuto di andare ad ascoltare.
Un possibile approccio al futuro associativo – anche se per me non di lungo ma di medio respiro – è attirare quanti più Alpini possibile non ancora iscritti – ma è un palliativo che rimanda l’agonia.
Un altro approccio è quello di “mettere in sicurezza” i nostri valori, e le nostre memorie, ed anche in questa direzione vanno i cosiddetti Campi Scuola con cui ci mostriamo alle nuove generazioni, o gli interventi presso gli Istituti Scolastici (attività che anche recentemente è stata proposta ai Soci).
Il terzo approccio è effettivamente quello di sollecitare nelle apposite sedi l’aumento dei numeri delle Forze Armate. Personalmente non so se tramite la leva (anche se mi piacerebbe un modello simil-svizzero) o con un altro aumento dell’organico. Gli eventi ucraini, anche quelli del recente passato, ci mostrano che oggi la difesa della Patria passa anche attraverso la capacità di bloccare un attacco hacker alle infrastrutture elettriche, agli ospedali, ecc. Le specialità richieste sono probabilmente tantissime.
So bene che questo aumento è imprigionato da diversi vincoli, tra cui:
- Le risorse economiche, importantissime, che sarebbero necessarie.
- L’impopolarità per la politica di parlare di Difesa.
- La visione di breve periodo del parlamentare italiano medio, che traguarda una rielezione entro pochi anni, non le strategie ventennali o cinquantennali. E non solo quelle militari, ma anche quelle demografiche.
Ma quello che serve di più – e ce lo ha detto il professor Gastone Breccia nella conferenza del Comitato per il Centenario tenuta qui in sede lo scorso giovedì – è un cambio di mentalità. Se non si esce dall’indifferenza, se non si accetta anche di morire per la Patria come normale possibilità e si accetta, ancorché con dolore, di vedere morire i propri figli e figlie o mariti e mogli per la Patria, se ci si fa andare bene la disinformazione e l’ignoranza per il quieto vivere, siamo destinati ad essere sconfitti, estinti, sopraffatti e sottomessi. E questo certamente non corrisponde a quanto ci chiede lo Statuto cui abbiamo aderito iscrivendoci: “tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta”. Tra queste glorie degli Alpini, in vari tempi ed in varie forze inquadrati, ricordiamolo, si contano le lotte per l’indipendenza, la unità nazionale, la libertà, la Costituzione, il benessere, la sicurezza.

E detto questo, questo vi invito a scandire con me:
Viva il Gruppo
Viva gli Alpini
Viva l’Italia.


Foto
©Luca Geronutti