Afghanistan,
due soldati italiani uccisi nel nord-ovest. Attacco nella provincia
di Herat.
Altri due militari sono rimasti gravemente feriti, tra cui una donna,
e trasportati immediatamente all'ospedale da campo della città. |
Due
soldati italiani sono stati uccisi e altri due sono rimasti gravemente
feriti in seguito a un attacco subito nella provincia di Herat, nel
nord-ovest dell'Afghanistan.
Questa
mattina, alle 9.15, un ordigno rudimentale è esploso al passaggio
del convoglio militare e ha provocato la morte dei due militari.
I feriti sono stati immediatamente trasportati all'ospedale da campo
di Herat con elicotteri di Isaf.
I
quattro militari italiani si trovavano a bordo di un veicolo blindato
Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna
composta da decine di automezzi di diverse nazionalità, partita
da Herat e diretta a Bala Murghab, verso nord.Dalle prime ricostruzioni
risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo
il convoglio che era in movimento e si trovava a 25 chilometri a
sud di Bala Murghab. (Apcom)
10:01 Uno dei due militari italiani rimasti feriti
è originario di Casteldaccia, un comune in provincia di Palermo.
Si tratta di Gianfranco Scirè, di 28 anni. La famiglia del
militare è già stata avvertita.
10:00
Dalle prime ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse
la quarta posizione lungo il convoglio che era in movimento e si
trovava a 25 chilometri a sud di Bala Murghab. (Apcom)
11.17 La soldatessa ferita è Cristina
Buonacucina, caporale del 32esimo reggimento Genio "Taurinense",
27enne originaria di Foligno.
11.05 Le due vittime sono il sergente Massimiliano
Ramadù di 33 anni, originario di Velletri, e il
primo caporal maggiore Luigi Pascazio, 25enne pugliese,
nato in provincia di Bari
11.48
Dei due militari italiani feriti, Gianfranco Scirè
ha riportato fratture a una gamba, mentre Cristina Buonacucina
una frattura vertebro-lombare.
13.48 La Nato, per bocca del segretario generale
Anders Fogh Rasmussen ha espresso un ringraziamento ai soldati italiani
per il lavoro svolto in Afghanistan e il loro importante contributo
alla missione.
14.00 "Intensa partecipazione al dolore provocato
dal luttuoso evento", così il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso il suo cordoglio.
16:20 Cristina Buonacucina è stata trasferita
nell'ospedale di Baghram, dove è stata operata per ridurre
le fratture multiple riportate alle gambe ed alle vertebre. L'altro
ferito, Gianfranco Scirè, è rimasto ad Herat e le
sue condizioni non preoccupano.
16:40 "Ci hanno strappato dei figli",
ha dichiarato il generale di brigata Francesco Paolo Figliuolo,
comandante del distaccamento Taurinense, di cui facevano parte i
due militari uccisi e i due feriti, nell'attentato in Afghanistan
.
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Martedì
18 maggio - aggiornamenti
Giovedì 20 maggio - i funerali
La
caporale Cristina Buonacucina, rimasta gravemente
ferita ieri, è in volo verso l'ospedale americano di Ramstein,
in Germania, dove sarà
ricoverata. "Le sue condizioni restano stabili. Questa notte
l'hanno risvegliata e aveva mobilità alle gambe. Questo ci
lascia ben sperare, ma per pronunciarsi occorre aspettare il decorso
post operatorio", ha detto una fonte militare.
Gianfranco Scirè, l'altro militare ferito,
intorno alle 11.30 atterrerà all'aeroporto romano di Ciampino.
Scirè, che ha riportato una frattura alla gamba, sarà
ricoverato all'ospedale militare del Celio, riferiscono fonti militari
L'ATTENTATO DI IERI AD HERAT
Due soldati italiani, Massimiliano Ramadù, 33enne originario
di Velletri e Luigi Pascazio, 25enne nato in provincia di Bari,
sono stati uccisi e altri due, Gianfranco Scirè e Cristina
Buonacucina, sono rimasti gravemente feriti in seguito a un attacco
subito da un convoglio nella provincia di Herat, nel nord-ovest
dell'Afghanistan. Tra i due militari italiani feriti c'è
anche una donna: sono gravi ma non pericolo di vita. Sono stati
trasportati in elicottero all'ospedale da campo di Herat e la caporale
Buonacucina successivamente a quello di Bagram dove è stata
operata. Oggi il ministro la Russa riferisce alla Camera.
La
morte dei due militari italiani nell'esplosione di ieri "è
stata una fatalità", ha dichiarato l'ambasciatore italiano
a Kabul, Claudio Glaentzer. "Il convoglio era lungo, erano
presenti diversi paesi di Isaf tra cui gli italiani", ha detto,
ammettendo che in Afghanistan si assiste a "una recrudescenza
dell'insorgenza, atti ostili alla presenza internazionale e, soprattutto,
al governo afgano".
(Apcom)
E'
stata allestita questa mattina a Herat la camera ardente per l'estremo
saluto al sergente Massimiliano Ramadù e al primo caporal
maggiore Luigi Pascazio, i due militari italiani che hanno perso
la vita nell'esplosione di ieri in Afghanistan. I feretri dei due
militari della Taurinense dopo la cerimonia funebre saranno trasferiti
in aeroporto, dove saranno accolti da un picchetto d'onore. Le salme
saranno imbarcate su un aereo che le trasferirà in Italia.
L'arrivo a Roma è previsto per domani mattina.
Herat, 18 mag - Sono decollati oggi alle 15.30 per l'Italia, su
un C130 dell'Aeronautica Militare, i feretri del sergente Massimiliano
Ramadu' e del 1° caporal maggiore Luigi Pascazio, caduti ieri
a seguito dell'attacco portato con un ordigno esplosivo contro la
colonna di mezzi di cui faceva parte il Lince sul quale erano a
bordo. Le salme, avvolte in bandiere tricolori e portate a spalle
da commilitoni del 32* reggimento genio della Taurinense, sono state
benedette dai cappellani militari del Regional Command West prima
degli onori militari resi da un picchetto del 2° reggimento
alpini, alla presenza di tutti i contingenti nazionali presenti
a Herat. Alla cerimonia hanno partecipato - oltre al comandante
del Comando di Vertice Operativo Interforze, generale Giorgio Cornacchione
- l'ambasciatore d'Italia a Kabul, Claudio Glaentzer, il generale
Claudio Mora e il generale Claudio Berto. Nelle ore precedenti la
partenza per l'Italia si era tenuto un rito funebre ed era stata
allestita una camera ardente dove centinaia di militari del Regional
Command West di Isaf hanno reso l'ultimo personale saluto ai due
militari caduti in azione.
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