Come
di consueto, iniziamo l’anno associativo con l’Assemblea dei
Soci, nella quale cerchiamo di fare il punto della vita associativa, dando
un’occhiata al passato, ma soprattutto guardando quanto ci aspetta
nell’anno appena iniziato. Cercherò, come ho fatto anche
negli anni passati, di non esporre uno sterile elenco di avvenimenti,
passati e futuri, ma di entrare negli avvenimenti stessi e di allargare
anche l’orizzonte con quanto può coinvolgere più direttamente,
il nostro Gruppo. Certamente mi asterrò dal parlarvi di Trump,
della Brexit, dei tassi monetari o di altri problemi che ci affliggono
quotidianamente.
Prima di procedere nella Assemblea, come di consueto, desidero rivolgere
un affettuoso pensiero a tutti i Soci ed Amici, alle persone che sono
state vicino al Gruppo, che nel corso dell’anno appena trascorso
“sono andati avanti”, accomunandoli a coloro che ci hanno
lasciato negli anni precedenti. Non sono più con noi Peruffo e
Volpini; sperando di non aver dimenticato nessuno, mi permetto però
di ricordare particolarmente, nella convinzione di non far torto agli
altri, il decano del Gruppo, una persona carismatica, per tutto quello
che ha dato per il Gruppo, per la Sezione ma anche per la Sede Nazionale
ed al quale tutti erano affezionati: nel giorno in cui compiva 101 anni
è andato avanti il Presidente Emerito Sezionale Antonio Rezia.
L’anno poi non è cominciato nel migliore dei modi: nei primissimi
giorni è infatti andato avanti l’altro centenario Baggi.
Vi invito, pertanto, a raccoglierci in un minuto di silenzio nel ricordo
loro e di tutti gli Alpini caduti in guerra ed in pace e comunque sempre
nell’adempimento del loro dovere.
Ogni anno, avvicinandosi il giorno della Assemblea, mi chiedo, non senza
preoccupazione, quanti saranno i soci che vorranno partecipare a questo
momento importantissimo della vita del Gruppo, pur consci di dover affrontare
e subire la lettura di queste mie parole. Carissimi Soci, carissimi Amici,
ringrazio pertanto tutti voi, questa sera presenti, con un affettuoso
saluto. Ribadendo un concetto, che troverete in tutte le mie precedenti
relazioni di fine anno ribadisco che la partecipazione alla Assemblea
del Gruppo debba costituire un impegno importante per ciascuno di noi,
non certamente per ascoltare la lettura della relazione morale, così
come è importante essere presenti alla Assemblea Sezionale. E’
questo il momento in cui si esprime la democrazia sociale, è il
momento in cui è possibile esternare la propria approvazione o
il proprio dissenso per quanto il Consiglio ha fatto nell’anno trascorso
e quanto intende fare per l’anno in corso. Vale per il nostro Gruppo,
per la Sezione ma anche per la Associazione Caccia e Pesca cui eventualmente
siamo iscritti. E’ inutile brontolare o criticare da carbonari.
Io sono sempre stato disponibile al colloquio, ad ascoltare le critiche,
e a riconoscere eventuali sbagli commessi e quindi a correggermi. Ritengo
che la carica che ricopro debba essere al servizio del Gruppo (e della
Sezione) e non certamente mio.
Un grande ringraziamento va ai Soci e agli Amici, che spesso “arrotondano”,
anche generosamente, il bollino, cosa che ci aiuta nel dare corso alle
varie iniziative. Purtroppo, però, non posso che rilevare come
persista il disinteresse di soci e amici alle nostre iniziative. Rinnovo
ancora una volta l’invito a partecipare ai nostri convegni e alle
nostre serate, anche per approfondire in maniera decisamente interessante
alcuni fatti ed episodi che magari si conoscono solamente in maniera superficiale.
Nel 2016 i Soci iscritti sono stati 115 (con un buon incremento, quindi,
di nuovi iscritti); il numero degli amici si è attestato sulle
32 unità, oltre a 3 aiutanti.
Anche quest’anno è proseguita la raccolta di tappi: in cantina
vi sono pronti parecchi sacchi che in uno dei prossimi sabato mattina
porteremo a Niguarda: si accettano volontari, per un lavoretto che impegna
al massimo un paio d’ore.
Allarghiamo
un poco il nostro orizzonte. L’anno scorso evidenziavo che si continuavano
a registrare l’arrivo di migliaia di profughi: nulla è cambiato,
anzi ogni anno si battono tutti i record di arrivi, anche grazie al sostegno
di coloro che continuano a ritenere che respingerli costituisca atto disumano
e contrario ai principi di solidarietà, rendendo sempre più
difficile l’integrazione e la convivenza con i cittadini italiani.
A questi profughi, ai quali ogni porta viene aperta, in nome della solidarietà,
e che ricevono anche sovvenzioni da parte dello Stato, si contrappongono
i cittadini italiani senza lavoro e senza aiuto. Ma nella maggior parte
dei casi è difficile anche l’integrazione, dalla religione
alle più elementari norme di vita comune. Un amico, che era responsabile
delle cucine, in uno dei campi aperti dall’ANA in occasione di una
delle tante tragedie che hanno colpito l’Italia in questi ultimi
anni, raccontava che ai pasti si presentavano extracomunitari che protestavano
perché non venivano cucinati e serviti cibi secondo le loro tradizioni.
Per doverosa onestà, evidenzio che fortunatamente esistono anche
realtà diverse.
Ma il discorso dei profughi richiama inevitabilmente quello del terrorismo:
non tutti quelli che approdano in Italia fuggono da crisi, guerre, torture
nei loro paesi. Alcune fotografie riportate dai giornali ritraggono l’autore
di una delle ultime tragiche stragi, appena sbarcato su una nostra spiaggia,
dalla quale si è potuto allontanare indisturbato per realizzare
i suoi drammatici progetti. Per motivi di lavoro spesso attraverso via
Dante e Piazza Duomo. Con estremo dolore vedo a tutti gli accessi ostacoli
in cemento armato e transenne, e non posso che constatare come, nella
esigenza di difenderci, di tutelarci, siamo praticamente prigionieri in
casa nostra.
Oramai da tanti anni, forse venticinque, la Sezione mi incarica di fare
lo speaker in piazza Duomo nel giorno della Messa di Natale. Uno dei miei
compiti è quello di dare la parola alle Autorità intervenute
e, da ultimo, all’oratore ufficiale, dallo stesso Peppino Prisco,
a Tito Dagrada, a Cesare Lavizzari, a Perona, a tanti altri. Anche quest’anno
l’oratore è stato il Presidente della nostra Sezione, Luigi
Boffi, che come è suo solito, ha affrontato importanti problemi
che interessano sia la Sezione che l’Associazione tutta (rimando,
per la lettura completa del testo, all’ultimo numero di Alpin del
Domm). Quest’anno ha voluto lanciare, da questo pulpito prestigioso,
una interessantissima proposta: Luigi ha rivolto un invito, a dieci anni
dalla sospensione della leva obbligatoria, alle autorità politiche
locali e nazionali, di ripristinare, come già avvenuto in altri
paesi, la leva obbligatoria, ovviamente con presupposti e modalità
differenti rispetto al nostro periodo di naja. Ha ipotizzato quindi un
periodo decisamente più breve di quello che era previsto dieci
anni fa, obbligatorio per tutti, maschi e femmine, che insegni ai giovani
come si sta insieme, quali doveri bisogna conoscere e praticare per usufruire
dei diritti, educandoli ad esempio anche alla difesa dell’Ambiente,
all’amore per la montagna, ponendo quindi l’uomo al centro
dei valori e l’amor di Patria al fine di condividere un destino
comune. Progetto decisamente interessante, che con uno sforzo di un periodo
minimo da parte dei giovani potrebbe anche supportare lo Stato in tante
situazioni. Pur condividendo in pieno la proposta, temo che anche questa,
come quella di qualche anno fa di Edo Biondo, sia una voce urlante nel
deserto. Vedo troppe obiezioni, in buona e, soprattutto in cattiva fede.
Anche tralasciando il partito delle mamme, o superando le opposizioni
dei giovani, cui poco o nulla interessa il poter fare qualche cosa per
la Patria, ritengo che a Roma avrebbero poco tempo, ma soprattutto poca
voglia di dedicarsi al problema, occupati come sono a curare la poltrona,
a schivare avvisi di garanzia, a litigare fra di loro su tutto e per tutto.
Se va bene, si aggrappano al problema dei danèè. Luigi,
auguri, ne hai bisogno, nel portare avanti questa tua coraggiosa campagna,
per quanto possibile noi ti sosterremo.
E
veniamo alla vita del Gruppo. Anche quest’anno abbiamo celebrato
il nostro compleanno, ma questa volta in maniera decisamente diversa.
Approfittando dell’Anno Giubilare, ci siamo trovati alla Basilica
presso il Centro Don Gnocchi, dove abbiamo varcato la Porta Santa. Abbiamo
quindi mantenuto le tradizioni, ripresentando la festa di Carnevale e
la cena di Natale, ove il riconoscimento di Alpino dell’anno è
stato conferito al Vice Capo Gruppo e preziosissimo Segretario Paul Wicke.
Per il resto, parrebbe che il Gruppo non abbia fatto altro. Ma così
non è.
E’ fatto notorio che il Gruppo ha costituito, con atto notarile,
il Comitato per il Centenario, cui è stato demandato l’incarico
di organizzare tutti gli eventi che costituiscono lo scopo del nostro
Gruppo, Gruppo di città, che è quello di tenere viva la
memoria, di preservare il ricordo storico della nostra Nazione e divulgarlo
al meglio con l’obiettivo di restituire, a chi si accosta alla storia
patria, l’occasione di approfondimento di una pagina che costituì
la conclusione di un ciclo di unificazione dello Stato Italiano (rammento
che la prima guerra mondiale viene definita la quarta guerra di Indipendenza)
e mise le basi, sia pure travagliate nel prosieguo, alla nascita dello
Stato Democratico Italiano come oggi lo conosciamo; l’anno che è
appena trascorso è stato molto proficuo, ma quello che si presenta
offrirà iniziative ancora maggiori.
Il Comitato, composto da pochi volenterosi, dal 6 novembre 2014 ha compiuto
uno sforzo organizzativo notevole, che ha portato sino ad oggi a conclusione
7 “Giovedì culturali”, ovvero conferenze a tema presso
la nostra sede con relatori di altissimo spessore del mondo accademico
e militare e ricercatori indipendenti. Possiamo, inoltre, annoverare due
mostre di alto rilievo: una presso la Sala Radetzky di Palazzo Cusani,
l’altra al museo del Risorgimento di Milano.
Fiore all’occhiello è la mostra fotografica dedicata al Fronte
della Grande Guerra “Si combatteva qui”, che dopo il successo
al Museo del Risorgimento, grazie all’impegno del suo curatore,
il socio Alessio Franconi, è diventata itinerante toccando anche
mete estere come il Museo di Caporetto ed ora in allestimento a Tallinn
(Estonia).
Una voce a parte merita il capitolo Convegni. Questo ci ha visti protagonisti
di due Convegni a caratura nazionale organizzati al Museo del Risorgimento
di Milano ed al Comando Militare Esercito Lombardia – Palazzo Cusani.
Queste attività ci hanno portato ad acquisire il riconoscimento
del nostro operato da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri
e dal Consiglio Europeo di cui ci pregiamo avere il continuo patrocinio.
Tutto questo ci ha consentito di avere riconoscimenti e fattiva collaborazione
anche dai maggiori Atenei milanesi tramite la collaborazione dei loro
accademici studiosi della materia, oltre che da enti come il Museo della
Guerra Bianca di Temù e Cedos Grande Guerra di San Polo di Piave.
Siamo ora a metà strada, è appena iniziato il 2017. Il futuro
ci vedrà impegnati in molteplici iniziative divise tra mostre,
Conferenze dei “giovedì culturali” e Convegni.
Il primo Convegno, di portata internazionale, nel pieno spirito europeo
e di riconoscimento storico-culturale, sarà il 6 aprile nella Sala
dei Comandanti presso il Centro Documentale Esercito di Milano.
Dal titolo “Sokol, Penna e Pugnale”, i relatori provenienti
da tutta Italia e dall’estero ripercorreranno l’epica storia
della Legione Cecoslovacca (menzionata nel bollettino della Vittoria di
A. Diaz), e che vide Milano e la vicina Solbiate Olona protagoniste in
questa vicenda. Per avere maggiori informazioni vi invito a consultare
il nostro sito www.alpinimilanocentro.it.
Al proposito, segnalo che il nostro sito è diventato europeo. Ora
ha anche il dominio alpinimilanocentro.EU.
E’ appena partita una spedizione fotografica, capitanata dal nostro
socio Alessio Franconi, che ripercorrerà le strade del fronte orientale
in prospettiva della mostra “si combatteva qui 3.0” prevista
per il 2018. Anche qui molti italiani, specie trentini, o comunque i prigionieri
italiani, ebbero la loro epopea.
Sul sito continua la pubblicazione giornaliera dei bollettini di guerra
nel giorno stesso della loro emanazione, 100 anni dopo. Questo consente
di seguire giornalmente gli accadimenti sul fronte secondo gli alti comandi,
anche tramite gli approfondimenti che vengono proposti su argomenti poco
conosciuti che spesso possono dare comprensione e spunti di riflessione
storica. Anche questa attività è affrontata in collaborazione
con accademici e studiosi dei vari Atenei prima menzionati.
Aggiungo che sul sito si sta arricchendo sempre più anche la parte
“STORIA” dedicata a documenti storici, monografie e manuali
militari d’epoca.
L’informazione però deve essere divulgata il più ampiamente
e tempestivamente possibile, per cui quest’anno abbiamo ottimizzato
il database dei contatti potendo così raggiungere tempestivamente
ed agevolmente un numero considerevole di persone con le nostre comunicazioni.
Inoltre è stata ampliata la comunicazione con la nostra presenza
non solo in internet ma anche sui principali canali di comunicazione digitale
come Facebook e twitter.
Anche noi, per stare al passo coi tempi, abbiamo deciso di migliorare
la nostra comunicazione. Alle consuete email ed al nostro storico periodico
"Alpin del
Domm", che dall’apertura del nostro sito
internet viene pubblicato e distribuito in forma digitale, abbiamo avviato
una pagina facebook raggiungibile al link:
https://www.facebook.com/alpinimilanocentro/.
Il numero delle persone che seguono le notizie del nostro Gruppo e del
Comitato per il Centenario è in costante crescita; presto dedicheremo
maggior spazio anche a Twitter e Instagram,
Anche la Memoria, per rimanere viva, ha bisogno di stare al passo con
i tempi se si vuole fare comunicazione nel migliore dei modi.
A
conclusione di questa mia ennesima relazione morale, non posso esimermi
dall’esprimere i miei più sentiti ringraziamenti a coloro
che mi sono stati vicini, ai miei collaboratori tutti, a tutti i Consiglieri
sempre disponibili, sui quali ho sempre potuto contare per gestire il
Gruppo. Grazie quindi e sempre con riconoscenza, al preziosissimo Vice
Capogruppo e Segretario Paul Wilcke, sul quale posso sempre contare nei
momenti di necessità; grazie al direttore del nostro periodico
(che costruisce di notte insieme a Paul) Luca Geronutti; grazie a Gianluca,
responsabile del progetto scuole (proprio una settimana fa, accompagnato
dal Colonnello Pivetta, da Silvio Anselmi e da Elco Volpi, ha tenuto un
interessante incontro in una scuola media milanese, raccogliendo l’interesse
dei ragazzi, tanto che i docenti hanno richiesto di tornare il prossimo
anno), grazie al tesoriere Giancarlo, con l’augurio, logicamente,
che si ristabilisca al più presto; ad Antonio, Gi.Gi (il nostro
esperto informatico), a Giovanni, tra una pappa e un’altra. Ma i
miei ringraziamenti vanno anche a coloro che, pur non facendo parte del
Consiglio, hanno fattivamente operato per il Gruppo: all’aiutante
Silvio sempre pronto a correre ove la necessità (intesa, spesso,
come necessità burocratica) richiede, ma pronto anche a dare una
mano alla nostra segreteria; a Daniele, alfiere del Gruppo, affiancato
quest’anno da Giovanni e da Carlo; un grazie di cuore devo quindi
riservare a Renzo, cui dobbiamo in gran parte i nostri successi come Comitato
e lo sviluppo del sito.
E,
consentitemelo, anche un caloroso, affettuoso grazie a mia moglie Chiara,
che sopporta con buon animo il tempo e l’impegno che io dedico agli
Alpini e al Gruppo, senza mai lamentarsi, conoscendo lo spirito con cui
io lo faccio, e che spesso mi è vicina e mi accompagna nelle varie
manifestazioni.
VIVA
IL GRUPPO, VIVA LA SEZIONE,
VIVA L’ASSOCIAZIONE,
VIVA GLI ALPINI, VIVA L'ITALIA.
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