MONTE NERO

Alberto Picco

Nella notte fra il 15 ed il 16 giugno del 1915 con cinque uomini si pose all'avanguardia di un gruppo di 130 alpini al comando del capitano Vincenzo Arbarello che avevano il compito di conquistare la cima del Monte Nero sulla riva sinistra dell'Isonzo, sopra Caporetto.
Il previsto attacco doveva svolgersi di notte, in svoltosi in condizioni di visibilità quasi assente per la notte senza luna e la nebbia. Poco prima dell'alba gli italiani attaccarono l'avamposto presidiato dal Nagyvárader Infanterieregiment 4 del Regio esercito ungherese appena giuntovi dai Carpazi, dovendo necessariamente scoprirsi nell'ultima fase dell'avanzata e presentandosi al fuoco nemico a distanza ravvicinata. Una volta scoperti gli alpini si lanciarono in un violento attacco alla baionetta che scompaginò i difensori che si ritirarono in disordine verso il vallone di Planjna Polju, cadendo sotto il fuoco della 35ª Compagnia del Battaglione "Susa" al comando del capitano Vittorio Varese.

Rimasto ferito una prima volta al piede, proseguì nell'azione finche non fu ferito una seconda volta al ventre. Tale ferita si rivelò mortale, e poco prima di spirare chiese di vedere il capitano Albarello. Una volta che questi giunse sul posto egli lo abbracciò dicendo Viva l'Italia e avanti Savoia! Muoio contento di avere servito bene il mio Paese. Il Re Vittorio Emanuele III gli conferì, motu proprio, la Medaglia d'argento al valor militare.


La Canzone "Alberto Picco"
di Quintavalle degli anni '30


Monumento posto sul Monte Nero
negli anni '30,
oggi non più esistente.

Cimitero del Monte Nero