SACERDOTI INTERNATI
COME AGENTI AUSTRIACI


Il 15 novembre 1915 il Vescovo Castrense chiedeva al Comando Militare competente la revisione di alcuni sacerdoti internati fra i quali quelli di Avio, Vò ed Ala. Il 5° Corpo d’Armata rispose negativamente poiché li considerava “agenti austriaci”. Nella zona meridionale del Trentino, come tutti i paesi vicino al confine, il Governo austriaco ebbe particolare cura di collocare sacerdoti di non dubbia fede austriaca e perciò di sentimenti anti – italiani.
Nel rimanete territorio interno del Trentino invece, i sacerdoti di tale sentimento erano rari poiché il Governo non riteneva così imperioso il bisogni di valersi di ogni mezzo, come la religione, per propagandare l’odio contro gli italiani.

Quanto ai tre sacerdoti, nello specifico si faceva notare che:
a) Don Davide Fontana, parroco di Ala, fu uomo di sentimenti austriacanti spinti, il prete “forse più nefasto nei riguardi nazionali della Valle Lagarina bassa”. Al suo lealismo servile dovette rapida carriera e fu promotore di ogni manifestazione austriaca e particolarmente del Casino del Bersaglio al quale costringeva iscriversi i giovani minacciandoli persino del pergamo.
b) Don Francesco Haiderpeck, arciprete di Avio, fu austriacante ed intimo di don Fontana, ma di lui più intelligente e furbo. Al Collegio Vescovile di Trento, ove si trovava quale padre spirituale, veniva dagli alunni chiamato “el Todesch”, tanto era eccessivo il suo austrofilismo. Fu sempre in relazione colle I.R. Gendarmerie ed ufficiali e personaggi austriaci di ogni genere erano ospitati in Canonica. Fu pure insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine di Francesco Giuseppe; il popolo lo temeva e lo subiva, i pochi intelligenti e liberi erano esautorati, solo il sesso femminile lo esaltava. Si dice però che con qualche donna egli abbia avuto rapporti tutt’altro onesti e leciti. Di recente il nuovo sindaco, interrogati i migliori del paese per condurre il rimpatrio ad alcuni profughi, trovò unanime il consenso per tutti i proposti, ad eccezione dell’Haiderpeck. Ciò prova che ad Avio, tranne qualche donna, nessuno sente il bisogno del ritorno dell’arciprete.
c) Don Corredo Viola, parroco di Vò, era un prete di confine, sentinella avanzata del Governo austriaco. Fu internato perché manifestò i suoi sentimenti ostili agli italiani anche dopo la nostra occupazione. Fu uomo rozzo, di maniere quasi brutali, partigiano ed era poco benvoluto dalla popolazione.


Il Re in visita ad Ala