15 novembre 1916:
la conferenza militare interalleata di Chantilly

Prof. Andrea Saccoman

A Chantilly, una quarantina di chilometri a nordest di Parigi, dal novembre 1914 al marzo 1917 ebbe sede il Gran Quartier Generale dell’esercito francese. Il 7 luglio 1915 vi ebbe luogo una prima conferenza tra i rappresentanti degli eserciti dell’Intesa per preparare una strategia comune.
Una seconda conferenza vi si tenne nei giorni 6, 7 e 8 dicembre 1915 per tentare di concordare un piano d’azione comune coerente e coordinato per l’anno 1916. In una successiva riunione il 12 e 13 marzo 1916, si decise di modificare quanto deciso a dicembre in conseguenza dell’offensiva tedesca su Verdun.
L’ultima delle conferenze di Chantilly cominciò il 15 novembre 1916. La presiedette il generale Joseph Joffre, Comandante in Capo dell’esercito francese. Parteciparono, tra gli altri, il generale Félix Maximilien Eugène Wielemans, Capo di Stato Maggiore Generale dell’esercito belga, Sir Douglas Haig, Comandante in Capo delle armate britanniche in Francia, il colonnello Vasile Rudeanu, Capo della missione militare rumena presso il Gran Quartier Generale francese, il generale Fedor Fedorovich Palitzin, Capo della missione militare russa, il generale Michailo Rachitch, delegato dell’esercito serbo presso il Gran Quartier Generale francese. Gli italiani erano rappresentati dal generale Carlo Porro dei conti di Santa Maria della Bicocca, sottocapo di Stato Maggiore, e dal colonnello di Stato Maggiore Enrico Tellini, capo dell’Ufficio situazioni, comunicati di guerra e missioni all’estero del Comando Supremo.
Le grandi e sanguinose battaglie del 1916 (Verdun, Somme, ecc.) si erano rivelate per nulla risolutive rispetto alle sorti del conflitto. Tanto nell’Intesa che negli Imperi Centrali si era determinata una forte crisi morale e materiale. La conquista quasi totale della Romania da parte dei tedeschi, tuttavia, aumentava i pegni territoriali nelle mani degli avversari dell’Intesa. Francesi, inglesi, russi e italiani volevano cercare il modo di vincere la guerra con un successo militare nel 1917.
Dopo tre lunghe sedute, due il 15 novembre e una il 16, le conclusioni alle quali pervenne la conferenza furono:
sul fronte occidentale, durante l’inverno continuazione della guerra di logoramento con obiettivi limitati in base alle forze e ai mezzi, a primavera tentativo di rottura del fronte tedesco;
sul fronte balcanico, tentativo di mettere fuori causa l’esercito bulgaro in primavera mediante l’azione combinata e simultanea delle forze russo-romene da nord e dell’armata interalleata di Salonicco, da aumentarsi sino alla forza di ventitré divisioni; a questo proposito gli alleati chiesero all’Italia di aumentare il suo contributo da una a tre divisioni, ma Porro, seguendo le istruzioni di Cadorna, oppose un diniego, allegando documenti che mostravano quanto fosse grande lo sforzo che già l’esercito italiano faceva sul proprio fronte principale;
sugli altri fronti, compreso quello italiano, si doveva cercare di immobilizzare il massimo possibile di forze nemiche, mediante attacchi locali con obiettivi limitati e con i metodi della guerra di posizione, per impedire agli austro-tedeschi di spostare unità da un fronte all’altro per parare i colpi.
Fu deciso inoltre di non costituire un comando unico delle forze dell’Intesa, ma con l’impegno tassativo che i vari Comandi Supremi degli eserciti alleati agissero aiutandosi reciprocamente e mantenendo sempre stretto contatt

Joseph Joffre
Presidente della conferenza

Félix Maximilien Eugène Wielemans

Sir Douglas Haig

Vasile Rudeanu

Fedor Fedorovich Palitzin

Carlo Porro dei conti di Santa Maria della Bicocca

Enrico Tellini (foto del dopo guerra con il grado di Generale)