Gli Stati Uniti
dichiarano guerra alla Germania

Prof. Andrea Saccoman


Il Presidente degli Stati Uniti d’America, Thomas Woodrow Wilson (1856-1924, Presidente dal 1913 al 1919), sin dal 1914 aveva chiesto ai belligeranti di raggiungere un accordo di pace. L’opinione pubblica statunitense era genericamente favorevole agli alleati dell’Intesa soprattutto in quanto si sentiva più vicina al liberalismo franco-inglese che all’autoritarismo teutonico. I bianchi protestanti di origine anglosassone, specialmente quelli della costa orientale, sentivano inoltre una certa affinità con le classi dirigenti inglesi. Per contro non era neppure trascurabile l’opinione pubblica di origine irlandese e di origine tedesca, che per ovvi motivi non vedevano favorevolmente una guerra a fianco della Gran Bretagna.
La grande maggioranza degli americani, in ogni caso, preferiva restare fuori dalla guerra, che ritenevano non fosse proprio affare loro. Eppure, più la guerra andava avanti e più diventava affare degli americani, in senso letterale: una parte notevole dell’economia americana si ritrovò infatti coinvolta nel fornire armi e approvvigionamenti per la guerra ai paesi dell’Intesa, non tanto per simpatia nei loro confronti, ma in quanto il blocco navale inglese rendeva molto più difficile concludere affari con la Germania e i suoi alleati.
Tenuto anche conto degli ingenti prestiti che dagli Stati Uniti erano stati fatti a Inghilterra, Francia e, in minor misura, Italia, una vittoria tedesca rischiava di diventare un cattivo affare per gli americani. Minacciando di chiudere il flusso di rifornimenti, non sarebbe stato difficile per Wilson convincere i membri dell’Intesa ad accettare trattative di pace. Molto più difficile però era convincere i tedeschi, che quei rifornimenti non ricevevano né a maggior ragione avrebbero ricevuto anche nel caso che gli Usa fossero entrati in guerra.
Il fatto che più di ogni altro finì per indurre gli Stati Uniti alla guerra fu la decisione tedesca di iniziare la guerra sottomarina senza limitazioni, allo scopo di colpire alla radice i rifornimenti dell’Intesa. I tedeschi erano consapevoli del rischio, ma vollero correrlo convinti di vincere la guerra prima che l’eventuale intervento americano diventasse decisivo.
Il 31 gennaio 1917 l’ambasciatore tedesco a Washington informò il Dipartimento di Stato americano che dal giorno seguente i sommergibili tedeschi avrebbero affondato a vista tutte le navi, nemiche o neutrali, entro una determinata area intorno alle isole britanniche e nel Mediterraneo.
Il 3 febbraio gli Stati Uniti ruppero le relazioni diplomatiche con la Germania ma Wilson ancora non voleva la guerra. A convincere lui e l’opinione pubblica americana fu l’insieme di altri due fattori.
Il 25 febbraio 1917 il transatlantico inglese Laconia della linea di navigazione Cunard, in viaggio da New York a Liverpool, fu silurato circa 160 miglia nautiche al largo delle coste irlandesi dal sottomarino tedesco U-50 provocando la morte di dodici passeggeri, tra i quali due donne americane, madre e figlia. La notizia arrivò negli Stati Uniti il giorno seguente e fu considerata un atto di guerra aperta. Oltre a questo, dieci mercantili battenti bandiera statunitense furono affondati dai tedeschi (uno da una mina) tra il 3 febbraio e il 4 aprile, con la perdita complessiva di 64 membri degli equipaggi.
Giovedì 1° marzo 1917 l’agenzia di stampa Associated Press rese pubblico il celeberrimo telegramma che il Ministro degli Esteri tedesco Arthur Zimmermann aveva inviato all’ambasciatore tedesco in Messico. Questo il testo, come riportato allora dall’Agenzia di stampa italiana Stefani e pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 2 marzo: «Abbiamo intenzione di iniziare una guerra coi sottomarini ad oltranza il 1° febbraio. Malgrado ciò, desideriamo che gli Stati Uniti rimangano neutrali, se non ci riusciremo proponiamo un’alleanza al Messico sulle seguenti basi: che faremo la guerra insieme e faremo la pace insieme; daremo appoggio finanziario e generale al Messico ed è inteso che il Messico dovrà riconquistare i territori perduti nel Nuovo Messico, nel Texas e nell’Arizona. I particolari dell’accordo sono lasciati alla vostra iniziativa. Voi dovete informare il presidente del Messico circa la suddetta proposta appena sarete certo della dichiarazione di guerra cogli Stati Uniti e suggerite che il presidente del Messico di sua propria iniziativa comunichi col Giappone, proponendo a quest’ultima nazione l’immediata adesione al nostro piano; offritegli nello stesso tempo di agire come mediatore tra la Germania ed il Giappone. Vogliate richiamare l’attenzione del presidente del Messico sull’impiego senza mercé dei sottomarini, ciò che costringerà l’Inghilterra a firmare la pace fra qualche mese».
Se il piano fosse riuscito Washington avrebbe dovuto guardarsi dai tedeschi lungo la costa atlantica, dai giapponesi lungo quella pacifica, e a sud avrebbe dovuto fronteggiare l’attacco messicano. Il progetto tedesco tendeva a creare agli Stati Uniti tali problemi nel continente americano da costringerli a non impegnarsi in Europa. Così la Germania avrebbe potuto vincere la guerra sottomarina e piegare Gran Bretagna e Francia. Nel mese di marzo i sottomarini tedeschi riuscirono ad affondare naviglio per un totale di 600.000 tonnellate, e nel mese di aprile raggiunsero il picco di 869.000 tonnellate: a questo ritmo la Gran Bretagna nell’arco di sei mesi sarebbe stata costretta ad arrendersi per mancanza di cibo e materie prime per continuare la guerra.
Il 3 marzo 1917 una nota ufficiale del governo tedesco ammetteva la paternità del famoso telegramma, che poteva anche essere spacciato per una falsificazione degli inglesi. La nota tedesca diceva, tra l’altro:
«Il Governo imperiale (...) aveva non soltanto il diritto, ma anche il dovere di prendere a tempo le sue misure pel caso di un conflitto armato con gli Stati Uniti, compensando possibilmente l’entrata in scena d’un nuovo avversario a fianco dei nostri nemici. È per questo che il ministro di Germania al Messico fu incaricato a metà di gennaio, per il caso in cui gli Stati Uniti ci dichiarassero la guerra, di proporre un’alleanza al Governo messicano e di fissarne i particolari. Il ministro aveva però l’ordine espresso di non fare alcun passo presso il Governo messicano prima di avere la certezza della dichiarazione di guerra degli Stati Uniti. Si ignora in qual modo il Governo americano abbia avuto cognizione di un’istruzione segreta inviata al Messico. Nondimeno il tradimento – poiché si tratta effettivamente di ciò – sembra sia stato compiuto su territorio americano».
Le cose andarono nel modo seguente. I cavi telegrafici tedeschi che passavano per la Manica erano stati troncati dagli inglesi sin dall’inizio della guerra. La Germania per inviare oltre Atlantico i suoi messaggi, ovviamente codificati, si serviva dei paesi neutrali. Perciò erano i canali di comunicazione statunitensi che passavano i messaggi da Berlino all’ambasciata tedesca a Washington.
Alle tre del pomeriggio del 16 gennaio 1917 il testo del famoso telegramma era stato consegnato dai tedeschi all’ambasciata americana a Berlino affinché fosse trasmesso all’ambasciatore tedesco a Washington, il quale a sua volta lo avrebbe inviato al suo collega a Città del Messico, che lo ricevette il 19 gennaio. Prima di giungere a Washington, però, il messaggio doveva passare per Londra, dove fu intercettato dal servizio segreto dell’Ammiragliato inglese il mattino del 17 gennaio. Gli inglesi riuscirono a decrittare parzialmente il telegramma entro la stessa sera del 17 gennaio, abbastanza per capire di che cosa parlava.
Il testo non fu tuttavia immediatamente comunicato agli americani per alcune ragioni: la decrittazione completa avrebbe potuto cambiare il senso del messaggio, e quindi era meglio aspettare che essa fosse compiuta; rivelarlo avrebbe informato i tedeschi che i loro codici erano stati violati e gli americani che gli inglesi intercettavano regolarmente le comunicazioni riservate della loro ambasciata.
Verso la fine di gennaio il telegramma era stato completamente decifrato e verso la metà di febbraio un agente britannico in Messico era riuscito a carpire una copia del testo giunto all’Ufficio telegrafico messicano. In questo modo gli inglesi poterono dire agli americani di averlo ricevuto tramite questa via. Gli stessi americani si procurarono la copia arrivata da loro tramite la Western Union e gli inglesi la decifrarono davanti all’ambasciatore statunitense a Londra il 23 febbraio. Il giorno dopo giunse al Presidente Wilson.
La pubblicazione del telegramma suscitò naturalmente negli Stati Uniti un’ondata di indignazione che orientò l’opinione pubblica verso la guerra. Il 2 aprile Wilson chiese ad una speciale sessione del Congresso riunito, Senato e Camera dei rappresentanti insieme, alla presenza dell’intero gabinetto, della Corte Suprema e del corpo diplomatico, di dichiarare guerra alla Germania.

La risoluzione fu approvata dal Senato alle undici di sera del 5 aprile 1917, dopo tredici ore di discussione durante le quali non si era nemmeno pranzato, con 82 voti a favore e 6 contrari. La Camera l’approvò il 6 aprile con 373 voti favorevoli e 50 contrari. Wilson la firmò la sera stessa.
Ci vollero otto mesi perché le truppe americane raggiungessero le zone di combattimento sul fronte occidentale in numero significativo, e occorse quasi un anno prima che fossero impegnate in maniera decisiva, ma cionondimeno l’ingresso in guerra degli Stati Uniti rappresentò la svolta cruciale nel conflitto e, insieme alla Rivoluzione russa, uno dei fatti fondamentali nella storia del XX secolo.