Prof. Andrea Saccoman
1° luglio 1917: sul fronte orientale ha inizio
l’offensiva Kerenskij
Il governo provvisorio costituito il 15 marzo
1917 dopo l’abdicazione dello zar Nicola II aveva proclamato
la sua intenzione di continuare la guerra a fianco degli alleati
dell’Intesa, sebbene giorno dopo giorno i sintomi di disgregazione
dell’ordine sociale interno e di dissoluzione delle forze
armate si manifestassero sempre più evidenti.
Del
governo provvisorio faceva parte come ministro della giustizia
il socialista rivoluzionario moderato Aleksandr Kerenskij (1881-1970),
l’unico membro di quel governo che fosse anche membro del
soviet di Pietrogrado e l’unico che fosse ideologicamente
definibile di “sinistra”, poiché il resto del
governo era composto di liberali variamente conservatori.
La vita del governo provvisorio fu molto tribolata nei circa otto
mesi della sua esistenza. Durante una crisi di governo, l’8
maggio Kerenskij fu nominato ministro della guerra. Il 21 luglio
successivo sarebbe divenuto primo ministro.
Dietro insistenti pressioni da parte degli alleati, egli preparò
un’offensiva contro gli imperi centrali nel settore della
Galizia orientale con un complesso di trentuno divisioni suddivise
fra tre armate. Le operazioni sarebbero state guidate sul campo
dal generale Aleksej Brusilov (1853-1926), nominato comandante
supremo dell’esercito il 4 giugno. L’obiettivo era
la conquista di Leopoli (allora l’austriaca Lemberg, oggi
L’viv in Ucraina; in polacco Lwów), in modo da danneggiare
seriamente le comunicazioni e i trasporti tra la parte del fronte
tenuta dai tedeschi a nord e quella tenuta dagli austriaci a sud.
Si voleva inoltre trattenere quante più divisioni tedesche
fosse possibile per allentare la pressione sul fronte occidentale
fino a quando non fossero giunte le truppe statunitensi.
Nei primi giorni l’offensiva parve vittoriosa. Il 1°
luglio 1917 a nord dello schieramento l’11a armata russa
attaccò il fronte tenuto dalla 2a armata austro-ungarica.
Grazie a buone fonti informative il comandante russo sapeva che
la 19a divisione nemica era composta principalmente da Cechi.
Un battaglione composto da ex prigionieri di guerra Cechi sollecitò
i propri connazionali ad arrendersi prima dell’attacco,
e così circa 3000 uomini abbandonarono le armi e si arresero
ai russi. Si creò quindi un varco nello schieramento austro-ungarico
che permise ai russi di avanzare in profondità oltre le
linee nemiche. Nella sola giornata del 1° luglio 1917 l’11a
armata catturò quasi 18.000 prigionieri, 21 pezzi d’artiglieria
e 16 mitragliatrici.
Tre giorni dopo la 7a armata russa, al centro, attaccò
la Südarmee del generale bavarese Felix von Bothmer (1852-1937),
un’unità mista di reparti tedeschi, austro-ungarici
e turchi, ma fece pochi progressi e subì pesanti perdite.
A sud, il 6 luglio l’8a armata russa attaccò la 3a
armata austro-ungarica, ne sfondò le difese e avanzò
di una cinquantina di chilometri, catturando fino al 12 luglio
circa 36.000 prigionieri e 80 pezzi d’artiglieria.
Dare
seguito a questi successi risultò però impossibile
per una serie di ragioni: se l’inizio dell’attacco
era stato ben preparato, non esistevano invece piani dettagliati
per lo sfruttamento del successo; contrariamente alle aspettative
i soldati, invece che esaltarsi per la vittoria, ritennero di
aver fatto abbastanza e, in parte almeno a causa della propaganda
bolscevica, molti di loro abbandonavano le file o si rifiutavano
di obbedire agli ordini; a un certo punto tutto ciò creò
una enorme confusione tra i reparti, e il 12 luglio le armate
russe si fermarono.
A questo punto fu facile per i tedeschi preparare una controffensiva,
trasferendo sei divisioni dal fronte occidentale. L’attacco
tedesco ebbe inizio il 19 luglio lungo un fronte di circa venti
chilometri. I reparti russi collassarono e si disintegrarono.
In alcuni casi gli ufficiali russi di intere divisioni, rimasti
senza soldati, si riunirono e attaccarono alla baionetta l’avversario,
cercando e trovando la morte.
Le truppe delle potenze centrali avanzarono di oltre cinquanta
chilometri nei primi tre giorni. Tarnopol fu conquistata il 23
luglio, Czernowitz il 3 agosto: i territori della monarchia asburgica
occupati dai russi nel corso della guerra erano tutti virtualmente
riconquistati. Lo stesso giorno Brusilov fu sostituito dal generale
Lavr Kornilov (1870-1918), già comandante dell’8ma
il cambio non servì a molto: dopo aver avanzato per oltre
145 chilometri in dieci giorni, gli austro-tedeschi si fermarono
perché semplicemente avevano troppo allungato le proprie
linee di comunicazione e i rifornimenti non arrivavano nella quantità
necessaria a sostenere l’avanzata: oltre 45.000 cavalli
andarono perduti per puro sfinimento degli animali. I russi ebbero
nella ritirata circa 40.000 morti contro i 12.500 degli austro-tedeschi.
A questo punto, l’esercito russo era oramai in totale sfacelo.
L’offensiva Kerenskij fu l’ultima iniziativa militare
della Russia nella guerra.
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