BOLLETTINO
n. 887
VERO
O FALSO?
Determinò solo lui la sostituzione di Cadorna?
Per fare
chiarezza una volta per tutte su questo argomento
vi proponiamo la relazione storica
del Prof. Andrea Saccoman
dell'Università degli Studi di Milano Bicocca.
Relazione
Prof. A. Saccoman 

di seguito il bollettino ufficiale emanato

Il tenente Gadda
Cadorna lascia Udine appena in tempo per non essere catturato
pure lui. Con le prime parole accusa i fanti: «La mancata
resistenza di reparti della II armata, vilmente ritiratisi senza
combattere o ignominiosamente arresisi al nemico...». Sono
le 13 del 28 ottobre. Il governo legge l’annuncio e capisce
che il Paese può crollare. Il testo viene attenuato; ma
ormai è tardi. Il destino di Cadorna è deciso. In
realtà, la gran parte dei soldati si sono battuti con valore:
lo provano gli oltre mille corpi custoditi oggi nell’ossario
tedesco a strapiombo sull’Isonzo. L’unico a riconoscerlo
è Cavaciocchi. Sarà il primo a essere silurato.
Il nemico è già oltre il Tagliamento. Rommel ordina
di avanzare senza aprire il fuoco, se non per necessità:
ha catturato più di novemila prigionieri, talora senza
sparare un colpo. L’auto di Badoglio è colpita da
una granata, lui si salva per miracolo. Gli artiglieri sfilano
gli otturatori e scappano; ma il sottotenente Vincenzo Cardarelli
riesce a salvare i due cannoni di cui è responsabile. Comincia
il martirio del Friuli: chi può si unisce alla carovana
in ritirata verso Ovest, gli altri si barricano in casa. A Est,
lunghe file di italiani si mettono in marcia verso Mauthausen
e gli altri campi di prigionia. In centomila moriranno di fame.
Il tenente Gadda per tutte le notti sognerà i suoi amici
che gli chiedono conto: «Tu hai lasciato passare gli austriaci...».
Il Bollettino
887.
Dall’estr. dai Rendiconti Lettere, vol. LXXIII fasc.1 –
1939/40
Cadorna già il 5 dicembre 1917 mentre era presso il Comando
Supremo Interalleato scrisse a un collega a proposito del bollettino
del 28 ottobre 1917: “E’ mio desiderio avvertirLa
che l’anatema tragico che è stato pubblicato per
i giornali, non è mai esistito e che ho già fatto
ritirare per il Temps”.
Tale lettera si riferisce alla parte del bollettino che recitava
testualmente: “Addito all’eterno disprezzo della Nazione
e del mondo intero le Brigate Lazio, Roma, Pesaro, Piacenza e
Gaeta per aver ignominiosamente abbandonate al nemico quelle armi
che loro erano state affidate per la difesa del sacro suolo della
Patria”, comunicato che – ed è ben che si sappia
una volta per tutte! – la Commissione d’Inchiesta
su Caporetto già dimostrò apocrifo ed accertò
essere stato diffuso alla macchia per opera di agenti nemici o
da politici italiani disfattisti.

Scritto attribuito a Cadorna - Fondo Folli

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