Gli inglesi (e qualche italiano) entrano a Gerusalemme

Prof. Andrea Saccoman

Dopo aver difeso il canale di Suez dall’offensiva turca nel 1915, riconquistato il Sinai e respinto l’esercito turco oltre l’antica frontiera tra l’Egitto e la Siria nel 1916, all’inizio di febbraio del 1917 l’esercito inglese, al comando del generale Archibald Murray (1860-1945), pose il suo quartier generale nella città di Al-Arish. Poiché nella regione vi erano al momento solo due divisioni turche, comandate dal generale tedesco Friedrich Kress von Kressenstein (1870-1945), il governo inglese spinse per una vigorosa offensiva mirante alla conquista della Palestina, all’epoca parte integrante dell’Impero Ottomano. Il 26 e il 27 marzo gli inglesi attaccarono le posizioni nemiche di Gaza, ma furono sconfitti, perdendo circa 4000 uomini mentre i turchi ebbero 2400 uomini fuori combattimento. Un secondo attacco iniziato il 17 aprile fallì di nuovo dopo tre giornate di combattimento durante le quali i britannici persero circa 6500 uomini e i turchi circa 2000.
Il 28 giugno 1917 il generale Edmund Allenby (1861-1936) sostituì Murray al comando delle truppe britanniche. A quanto pare il premier britannico Lloyd George, nell’affidargli il nuovo incarico, gli avrebbe detto: «La conquista di Gerusalemme sarebbe un perfetto regalo per Natale».
Durante l’estate Allenby riorganizzò le sue unità, inserendovi i rinforzi ricevuti, e si preoccupò di sistemare per bene le retrovie. Per motivi politici l’Italia inviò un distaccamento prelevando una compagnia rinforzata (poi divisa in due compagnie) di bersaglieri da Tripoli e mandando un drappello di Carabinieri dall’Italia. Le truppe furono poste sotto il comando del maggiore, poi tenente colonnello (promosso il 16 agosto 1917), Francesco Paolo D’Agostino. Il corpo di spedizione italiano era costituito da 11 ufficiali, 444 uomini di truppa, 46 quadrupedi e sbarcò a Porto Said il 19 maggio 1917.
Allenby aveva ora alle sue dipendenze tre corpi d’armata per complessive sette divisioni e un totale di circa 88.000 combattenti tra inglesi, indiani, australiani, neozelandesi, e un piccolo contingente francese oltre quello italiano.
Il 31 ottobre 1917 Allenby attaccò con tutte le sue forze e ruppe le linee della 7a Armata turca, ora comandata dal generale tedesco Erich von Falkenhayn, già Ministro della guerra all’inizio del conflitto e poi comandante generale dell’esercito tedesco fino al 1916. In quella che fu chiamata “Terza battaglia di Gaza” furono utilizzati anche otto carri armati, gli unici impiegati al di fuori del fronte francese nell’intero conflitto mondiale. Il contingente italiano, per quanto piccolo, fu utilizzato in prima linea. Nella notte tra il 6 e il 7 novembre iniziò il ripiegamento generale della linea turca. Il 9 novembre fu presa Ascalona e nei giorni seguenti continuò l’inseguimento. La cavalleria incalzava senza tregua e le fanterie, con marce lunghe e faticose attraverso la piana sabbiosa, il 16 novembre raggiungevano Ramla, Ludd (Lydda, Lod) e Giaffa. Durante queste operazioni il distaccamento italiano fu impiegato a difesa delle linee di comunicazione.
All’alba del 9 dicembre le truppe di Allenby si trovavano a soli cinque chilometri da Gerusalemme, e si preparavano a conquistarla combattendo nei giorni successivi. Due soldati semplici, cucinieri della mensa del 2/20° London Regiment (Blackheath and Woolwich) uscirono dunque di buon’ora quel giorno per cercare acqua e magari delle uova per preparare la colazione ai loro commilitoni. Però si persero e si ritrovarono davanti a una delle otto porte della città. A questo punto si videro venire incontro un gruppo di persone che sventolava una grande bandiera bianca. Erano i dignitari di Gerusalemme, sindaco in testa, sacerdoti cattolici e ortodossi, rabbini e imam, che cercavano qualcuno a cui potersi arrendere. L’esercito turco con i suoi ufficiali tedeschi aveva evacuato la città dirigendosi a nord verso Nablus e a est verso Gerico e il fiume Giordano, come fu confermato dalla ricognizione aerea. I due soldati portarono i dignitari da un sergente, che alla fine rintracciò un ufficiale di grado abbastanza elevato da poter ricevere le chiavi della città. Così Gerusalemme fu conquistata dagli inglesi senza colpo ferire.
L’11 dicembre, seguendo precise istruzioni inviategli da Londra, Allenby entrò a piedi a Gerusalemme passando per la porta di Giaffa, per evitare di emulare l’indelicata entrata trionfale del Kaiser in sella al suo cavallo nel 1898. Ai lati erano schierati due plotoni di formazione, uno di bersaglieri e carabinieri italiani, uno di fanti francesi. Allenby lesse un messaggio di amicizia redatto in inglese, francese, arabo, ebraico, russo e greco. La vittoria riscattava tre anni di stasi sul fronte occidentale e accese la fantasia di tutti gli alleati dell’Intesa. A Roma suonarono le campane, e così pure nelle chiese cattolica di Londra. Gli ebrei di tutto il mondo vi videro l’alba di una nuova era per le loro aspirazioni nazionali.