
Per chi volesse seguire la serata in streaming:
https://meet.google.com/dgi-bxrf-hsc
1896 – ADUA
La guerra in Abissinia era iniziata nel dicembre del 1895, quando le
truppe etiopiche avevano attaccato gli sparpagliati presidi italiani
nella regione dei Tigrè, occupata nell'aprile precedente.
Gli italiani, colti di sorpresa, ebbero subito una sconfitta nella battaglia
dell'Amba Alagi il 7 dicembre.
A questa segui quella del 22 gennaio 1896 con la resa del presidio di
Macallè, che aveva resistito ad un assedio durato due mesi.
«Codesta è una tisi militare, non una guerra; piccole
scaramucce sulle quali ci troviamo sempre inferiori di numero davanti
al nemico; sciupio di eroismo senza successo. Non ho consigli da dare
perché non sono sul luogo; ma constato che la campagna è
senza un preconcetto e vorrei fosse stabilito. Siamo pronti a qualunque
sacrificio per salvare l'onore dell'esercito e il prestigio della Monarchia.»
(Telegramma di F. Crispi)
Il Generale Baratieri, sotto pressione e in odore di destituzione (decisa
dallo stesso Crispi), cede alle pressioni del suo stato maggiore. Pochi
uomini, scarse informazioni, cartografia insufficiente ed approssimata,
logistica deficitaria, poco addestramento adeguato all'ambiente, equipaggiamento
inadeguato, reparti composti da militari di leva (tranne bersaglieri
ed alpini) ed errori di valutazione sul campo, portarono alla sconfitta.
1 marzo 1896 fu il giorno del disastro militare italiano ad Adua, dove
i 14.000 soldati del generale Baratieri vengono attaccati e sconfitti
dai 120.000 etiopici al comando del Negus Menelik.
La resa avviene alla fine della tremenda battaglia.
La pace di Addis Abeba dopo la sconfitta di Adua annulla il protettorato
italiano e riconosce l'indipendenza dell'Impero Etiopico come stato
sovrano. L'Italia riconquisterà Adua e l'intera Etiopia con la
guerra coloniale che verrà dichiarata da Mussolini nel 1935.
Baratieri, rientrato in Patria, fu processato da Corte Marziale accusato
di aver progettato un piano d'attacco "ingiustificabile" e
di aver abbandonato le sue truppe sul terreno.
Nella sentenza fu descritto come "del tutto inadatto" per
il comando, e la sua carriera militare ebbe di fatto fine.
Questa vicenda, comunque, è storicamente legata a doppio filo
con Milano.
In quei tragici momenti perde la vita eroicamente Luigi Bocconi (unico
civile a perdere la vita nella tragica battaglia) che si guadagno la
medaglia d’Argento al Valore Militare: “Ufficiale
in congedo, recatosi volontariamente nella Colonia, nella giornata del
1° marzo combatté come semplice soldato nella 2a compagnia
del X battaglione “Brigata Da Bormida” e morì valorosamente
sulla linea del fuoco. – Adua, 1° marzo 1896.”
Nel 1902 il padre Ferdinando fondò ed intitolò al figlio
primogenito Luigi Bocconi l’Ateneo milanese.
Ci condurrà nei dettagli della narrazione di questi importanti
eventi della storia coloniale italiana il
Prof. Andrea Saccoman dell’Università
degli Studi di Milano Bicocca.
|