L’avventura coloniale italiana si snoda a fasi alterne fra i primi anni Sessanta dell’Ottocento e la prima metà degli anni Quaranta del Novecento, quando la sconfitta della Seconda guerra mondiale porta alla fine dell’effimero impero proclamato nel 1936. In questo periodo, l’espansione territoriale si realizza in aree e con modi diversi, dall’acquisto della prima concessione, nella baia di Assab, dalle autorità locali, alla conquista armata nel caso della Libia, delle isole del Dodecaneso e dell’Etiopia. Anche l’interesse dell’opinione pubblica varia nel tempo, passando da momenti di sostanziale disinteresse a momenti di intensa tensione patriottica, questi ultimi spesso legati alle sconfitte militari che il Paese subisce, soprattutto nel corso dell’Ottocento.
Questo quadro variegato concorre a spiegare perché anche l’attenzione della politica e dell’economia abbia sperimentato frequenti alti e bassi. Sul piano economico-finanziario, le colonie italiane avrebbero spesso assorbito più risorse di quante non ne producessero. Anche gli investimenti non sarebbero mai davvero decollati. La maggiore eccezione sarebbe stata la Libia, da un lato per la sua prossimità geografica, che aveva permesso un certo afflusso di capitali già prima della conquista, nel 1911-12, dall’altra per la politica di popolamento promossa dal regime fascista, che avrebbe toccato il suo culmine alla metà degli anni Trenta, contribuendo a portare la popolazione italiana della colonia a circa 120.000 unità alla vigilia della Seconda guerra mondiale.
Rispetto alla massiccia presenza oltremare britannica e francese, il colonialismo italiano avrebbe, quindi, operato sempre ‘su scala ridotta’, sia in termini quantitativi, sia qualita-tivi. Inoltre, soprattutto nei momenti di crisi (come in occasione dei due conflitti mon-diali) i possedimenti coloniali si sarebbero dimostrati spesso più un peso che una risorsa. Incapaci di fornire – anche a causa delle dimensioni ridotte e della scarsa popolazione – un sostegno militare paragonabile a quello dei possedimenti di altri Paesi, essi avrebbero rappresentato, anzi, un elemento aggiuntivo di vulnerabilità, tanto da dovere essere – in alcune occasioni – abbandonati, come accaduto alle aree interne della Tripolitania e della Cirenaica fra primavera del 1915 e il gennaio del 1922.


Relatore
Prof. Gianluca Pastori
Professore associato di Storia delle relazioni politiche tra il Nord America e l’Europa nella Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.
Nello stesso Ateneo è stato Ricercatore, settore scientifico-disciplinare SPS-06 (Storia delle relazioni internazionali); affidatario del corso di Storia delle istituzioni militari e dei sistemi di sicurezza e Professore aggregato di Storia delle relazioni politiche tra il Nord America e l’Europa.
Attualmente insegna Storia delle relazioni politiche tra il Nord America e l’Europa e International History nei corsi di laurea sede di Milano e Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali in quelli della sede di Brescia.
È, inoltre, docente nel modulo di Storia delle relazioni internazionali nel Master in Diplo-macy (già Master in International Affairs) dell’ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Milano); presso lo stesso Istituto, è coordinatore e docente delle Sum-mer/Winter School ‘Le politiche energetiche dell’Unione Europea’ e ‘La politica estera americana nel mondo multipolare’.
In ambito scientifico, ha collaborato con CeMiSS - Centro Militare di Studi Strategici, I-RAD - Istituto Ricerche e Analisi della Difesa. Dal 2008 è membro della delegazione italiana al Convegno annuale della Commissione Internazionale di Storia Militare (CIHM/ICMH) e partecipa regolarmente ai Convegni annuali di Studi Storici organizzati dello Stato Maggiore della Difesa – V Reparto.
È socio di SISI - Società Italiana di Storia Internazionale e SISM - Società Italiana di Storia Militare; di quest’ultima è, inoltre, membro del Comitato direttivo.


Modera
Renzo Giusto
Coordinatore Scientifico del Comitato per il Centenario - Centro Studi

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