1796
Vessillo militare dei Cacciatori a cavallo della Legione Lombarda
(Museo del Risorgimento di Milano)
Il vessillo sventolò alla testa delle formazioni dei patrioti italiani
che nell'ottobre 1796 si arruolarono volontariamente nell'Armata d'Italia
per combattere contro l'Austria. Napoleone infatti, entrato da vincitore
a Milano il 10 maggio 1796, promuove l’organizzazione della “Legione
Lombarda”, forte di 3.471 uomini, nella quale ognuna delle sette
coorti "avrà il suo stendardo tricolorato Nazionale Lombardo
distinto per numero, ed ornato degl'emblemi della Libertà".
1797
- 7 gennaio
Bandiera della Repubblica Cispadana
Nella seduta del 7 gennaio 1797 i delegati della Repubblica Cispadana,
accogliendo una mozione di Giuseppe Compagnoni, decretano "che si
renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde,
bianco e rosso". Nasce così il Tricolore come vessillo nazionale
La prima bandiera tricolore Cispadana ha i colori disposti in tre strisce
orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso.
Al centro è dipinto il Turcasso o Faretra con quattro frecce, a
simboleggiare l'unione delle quattro popolazioni di Bologna, Ferrara,
Modena e Reggio Emilia. Le lettere “R” e “C”,
poste ai lati sono le iniziali di Repubblica Cispadana. La ricostruzione
storica del primo tricolore è di Ugo Bellocchi.
1798
Bandiera della Cisalpina a bande verticali
Il Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina, nella seduta dell’11
maggio 1798, decreta che "La Bandiera della Nazione Cisalpina è
formata di tre bande parallele all'asta, la prossima all'asta verde, la
successiva bianca, la terza rossa. L'asta è similmente tricolorata
a spirale, colla punta bianca". Tale risoluzione venne molto spesso
disattesa: per almeno quattro decenni, infatti, le bandiere con il tricolore
saranno composte con modalità variabili nell'accostamento e nella
disposizione, sino alla definitiva codifica del 1848.
1802
- 20 agosto
Bandiera di terra e di mare della repubblica Italiana
Su proposta del Ministro della Guerra Trivulzi, il Governo della Repubblica
approva il cambiamento della “Bandiera di terra e di mare”
dello Stato. La forma del nuovo vessillo sarà, "un quadrato
a fondo rosso, in cui è inserito un rombo a fondo bianco, contenente
un altro quadrato a fondo verde”. La decisione adottata resterà
in vigore, immutata anche dopo la promulgazione del Regno d'Italia, fino
al 1814, con lievi varianti riconosciute ai drappi di taluni reparti militari
o adottate in circostanze particolari.
1831
Bandierina tricolore sventolata da Giuditta Bellerio Sidoli nel 1831
(Museo del Tricolore di Reggio Emilia)
Il tricolore viene di nuovo sventolato durante i moti liberali del febbraio
1831 che, scoppiati a Modena per iniziativa di Ciro Menotti, si estendono
a Parma e a Bologna. A Reggio Giuditta Bellerio Sidoli, vedova del patriota
reggiano Giovanni Sidoli, porta alla Guardia Civica costituitasi per l’occasione,
la bandiera tricolore che viene poi esposta al balcone del Municipio.
Dopo il fallimento dell'insurrezione, a Modena la contessa Rosa Testi
Rangoni viene condannata a tre anni di reclusione per aver cucita una
bandiera tricolore. A Marsiglia Giuseppe Mazzini fonda la "Giovine
Italia": la bandiera della nuova associazione rivoluzionaria avrà
i colori bianco, rosso e verde, con le scritte " Libertà,
Uguaglianza, Umanità" da un lato e "Unità, Indipendenza"
dall'altro.
1846
Fazzoletto tricolore con il ritratto di Pio IX
(Museo del Tricolore di Reggio Emilia)
L'elezione di Pio IX fa sorgere grandi aspettative fra i liberali italiani
e la sua politica riformatrice suscita dovunque l'entusiasmo dei patrioti:
l'effigie del nuovo pontefice viene presto associata ai colori nazionali
come simbolo di libertà e di unità.
1848
Un'ondata rivoluzionaria percorre tutta l'Europa, facendo del 1848 "l'anno
dei miracoli". Le rivoluzioni di Parigi e di Vienna innescano le
insurrezioni di Milano e Venezia. I milanesi, in cinque giornate di lotta
accanita tra il 18 e il 22 marzo, costringono gli austriaci a ritirarsi
dalla città e a rifugiarsi nelle fortezze del Quadrilatero.
1848
Disegno del Tricolore secondo il "modello
Bigotti"
Il 23 marzo Carlo Alberto rompe gli indugi e dichiara guerra all'Austria:
ha inizio la prima guerra di indipendenza. Lo stesso re ordina che "Le
truppe che entreranno sul suolo lombardo inalberino ed assumano la bandiera
italiana bianca, rossa e verde, con in mezzo lo scudo di Savoia (croce
bianca in campo rosso)". L'incarico di disegnare il modello della
nuova bandiera fu affidato a Bigotti, segretario del Ministro dell'Interno.
1849
Bandiera della Repubblica Romana
(Museo del Risorgimento di Milano)
Il 9 febbraio si costituisce la Repubblica Romana che decreta la fine
del potere temporale e adotta come bandiera il tricolore, come del resto
già avevano fatto i governi provvisori dei Ducati dell'Italia settentrionale
sorti dopo la fuga degli antichi sovrani. L'estrema difesa della Repubblica
dagli attacchi delle truppe francesi, capeggiata da Garibaldi, vede il
sacrificio, tra gli altri, anche di Goffredo Mameli, autore dell'inno
nazionale.
1859
Coccarda tricolore con la scritta Annessione.
(Museo del Tricolore, Reggio Emilia)
L'armistizio di Villafranca pone bruscamente fine alla seconda guerra
d'indipendenza che frutta al Piemonte la Lombardia. A Parma, Modena, in
Toscana ed in Romagna i governi provvisori reclamano l'annessione al Piemonte
che nel marzo del 1860 viene sancita dai plebisciti: si compie così
un decisivo passo verso la creazione dello Stato nazionale italiano.
1860
Con la vittoriosa spedizione dei Mille viene abbattuto il regime borbonico
che in un estremo tentativo di sopravvivenza aveva ripristinato la costituzione
del 1848 ed adottato la bandiera tricolore con l'emblema della dinastia.
Il 7 settembre Garibaldi entra a Napoli fra le acclamazioni popolari.
L'incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II corona la fase
più saliente della costruzione.
1861
Tricolore del Regno d'Italia.
Il 18 febbraio 1861 si riunisce a Torino il primo Parlamento italiano
e il 17 marzo viene proclamata la costituzione del Regno d'Italia. Il
nuovo Stato adotta tacitamente come bandiera nazionale quella del Regno
di Sardegna: il tricolore con lo stemma dei Savoia, orlato d'azzurro e
sormontato dalla corona reale.dello Stato unitario.
1866
Con la pace di Vienna del 3 ottobre 1866 si concludeva la terza guerra
di indipendenza che riunisce all'Italia il Veneto. Restavano fuori dai
confini nazionali le "terre irredente" del Trentino e della
Venezia Giulia con Trieste che costituiranno da allora fino alla Grande
Guerra motivo di attrito con l'impero asburgico.
1870
La guerra franco-prussiana costringe Napoleone III a ritirare le sue truppe
che a Roma difendono il potere temporale del Papa. Il 12 settembre 1870
l’esercito italiano varca i confini dello stato pontificio ed il
20 settembre, superando le difese delle truppe pontificie, entra in Roma
dalla breccia aperta dall'artiglieria nella cinta muraria presso Porta
Pia. Il Regno d'Italia conquista così la sua capitale naturale.
1897
A Reggio Emilia, il 7 gennaio 1897, il primo Centenario del Tricolore
viene celebrato in modo particolarmente solenne. E' Giosuè Carducci
a pronunciare, dall'atrio del Palazzo Comunale, l'orazione ufficiale:
" […] Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di
belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e
del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle
valli, le fiamme dei vulcani […]",
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